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Prima nascita in Puglia di bambino da madre oncologica

  • In BARI
  • gio 02 Marzo 2023
Prima nascita in Puglia di bambino da madre oncologica

Risultato eccezionale grazie al Dipartimento dell’ospedale Di Venere

BARI - Sconfiggere un tumore al seno, è stata una grande vittoria per una donna di 40 anni. Ma non è stata l’unica. Grazie ad un programma di Oncofertilità la stessa ha potuto realizzare il sogno della sua vita: diventare mamma. Con un parto naturale dopo una gravidanza ottenuta ad un programma di fertilità dopo un tumore al seno, la neomamma ha dato alla luce il primo neonato pugliese (tra i pochissimi in Italia) in una struttura sanitaria pubblica, in seguito a scongelamento di ovociti. L’eccezionale nascita è avvenuta dopo la mezzanotte del 2 marzo. Il piccolo pesava 3 chili e 470 grammi, e ha presentato da subito un ottima energia vitale con i suoi vagiti.

La paziente oncologica, seguita dal Dipartimento del rischio riproduttivo della Asl di Bari ha partorito all’ospedale Di Venere. La donna, a marzo 2020, si era rivolta al centro di Procreazione medicalmente assistita di Conversano, all’inizio della pandemia Covid, per intraprendere un percorso di preservazione della fertilità, in seguito ad un intervento chirurgico per rimuovere un carcinoma mammario.

“La donna è stata accolta e seguita nella struttura di Conversano in pieno lockdown – ha commentato la lieta notizia il direttore generale Antonio Sanguedolce – anche per questo è un caso straordinario, che dimostra come tutti i servizi aziendali, compreso quella della riproduzione assistita, nonostante le restrizioni della pandemia, non si siano mai fermati e al contrario hanno garantito l’assistenza necessaria alle persone”.

La paziente è stata seguita e accompagnata durante tutto il percorso della gravidanza dall’equipe del Dipartimento Gestione Avanzata Rischio Riproduttivo e Gravidanze a Rischio, diretto dal dottor Paolo Volpe. Nel monitoraggio della gravidanza è stato eseguito lo screening del primo trimestre presso la Medicina Fetale con esito di basso rischio sia per cromosomopatie (anomalie dei cromosomi) che per ritardo di crescita e preeclampsia (alterazione nella placenta).

A partire dalla ottava settimana di gravidanza è stata affidata alle cure del dottor Mario Vicino, direttore della Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia del Di Venere. Il decorso della gravidanza è stato monitorato in modo costante e ha mostrato un andamento fisiologico sia dal punto di vista materno che dal punto di vista fetale. Alla 36ma settimana, la signora è stata indirizzata all’ambulatorio della gravidanza a termine ed è stato indotto il travaglio di parto alla 40ma settimane e 3 giorni per riduzione del liquido amniotico. E’ stato successivamente indotto il travaglio e il parto è avvenuto spontaneamente alle ore 00:26 del 2 marzo con la nascita di un bambino in ottime condizioni di salute.

“La possibilità di avvalersi nell’ambito della nostra azienda di competenze di alta specializzazione - spiega il direttore della Uoc Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Di Venere, Mario Vicino - consente oggi di garantire anche nella nostra realtà regionale un percorso dedicato alle donne giovani con problematiche oncologiche che intendano intraprendere una maternità in maniera protetta e tutelata, grazie a operatori dedicati alla gestione della mamma e del feto”.

Il parto successivo al percorso di riproduzione assistita in una paziente oncologica è tra i pochissimi finora registrati anche a livello nazionale. Il percorso di oncofertilità della paziente è cominciato a marzo 2020, quando, dopo essere stata operata per un tumore al seno, prima di intraprendere la chemioterapia, la signora si è rivolta al Centro di Procreazione medicalmente assistita con sede nel presidio territoriale di assistenza a Conversano. E’ qui che iniziato il programma di preservazione della fertilità. Le sono stati prelevati e congelati alcuni ovociti. Vista la prestazione di urgenza per una paziente oncologica, la direzione generale ha autorizzato il prelievo ovocitario ad aprile 2020, preceduto da stimolazione ovarica con un protocollo dedicato ai tumori mammari. La paziente è tornata nel 2022, dopo aver terminato la terapia antitumorale, e dopo il via libera dell’oncologo di riferimento per la gravidanza.

La donna è stata sottoposta ad una serie di esami e ad una preparazione adatta alle pazienti con anamnesi per patologia oncologica mammaria, per cui sono stati scongelati gli ovociti il 1° giugno 2022, inseminati con gli spermatozoi del partner e sono stati trasferiti gli embrioni in cavità uterina. A distanza di due settimane dal transfer, è stato fatto il test di gravidanza che è risultato positivo.

“La nascita di oggi rappresenta una bella pagina di sanità pubblica scritta dalla Asl di Bari e dal suo Dipartimento del rischio riproduttivo, unico finora presente in Italia - ha dichiarato Giuseppe D’Amato, direttore della Fisiopatologia della riproduzione umana e Pma della Asl – Il caso della paziente oncologica non è un caso fortuito perché ci abbiamo messo anni per arrivare a questi risultati. E non è nemmeno isolato, in quanto abbiamo in corso un’altra gravidanza ottenuta dallo scongelamento di ovociti”.

Il volume di attività rende il centro di Conversano un punto di riferimento nell’ambito della procreazione medicalmente assistita non solo per la Puglia. Sono state ad oggi eseguite infatti 750 prestazioni di oncofertilità, con 325 congelamenti di liquido seminale in pazienti oncologici e 150 congelamenti di ovociti in donne con tumore. La Pma ha preso in carico finora complessivamente circa 4.400 coppie in favore delle quali sono state erogate oltre 52.000 prestazioni ambulatoriali. Sono, invece, 560 le tecniche di primo livello con percentuale di successo di circa il 14% e 3.400 le tecniche di secondo livello (percentuale di successo del 40%).


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